JAGO: THE EXHIBITION

Se come me siete appassionati d’arte, dovete assolutamente visitare, almeno una volta, una mostra di Jago.
Jago, pseudonimo di Jacopo Cardillo, è uno scultore di grande talento, che è riuscito, anche tramite i social network, a far conoscere la sua arte. È grazie a YouTube che ho scoperto le sue meravigliose sculture in marmo che mi hanno subito rubato il cuore!
Lo scorso anno ho avuto la possibilità di visitare la sua prima grande mostra “Jago: The Exhibition“, che è stata ospitata nel Palazzo Bonaparte, nel centro di Roma, dal mese di marzo al mese di agosto. La mostra ha raccolto molte delle sue opere, tra cui le più famose, di cui troverete le foto all’interno di questo articolo. Al momento alcune delle opere di Jago sono esposte nel Palazzo Albergati di Bologna, in occasione della mostra “Jago, Banksy, TvBoy e altre storie controcorrente“.
Buona lettura, ma soprattutto buona visione!

Le opere della mostra “Jago: The Exhibition”

All’interno dell’elegante Palazzo Bonaparte sono state riunite una serie di sculture realizzate da Jago, a partire dai sassi di fiume scolpiti (da Memoria di Sé a Excalibur) fino ad arrivare alle opere che hanno avuto maggior risonanza mediatica.
Quando iniziò a fare arte Jago raccoglieva delle grandi pietre sulle rive del fiume Serra. Si trattava di scarti della lavorazione del marmo che ha utilizzato per scolpire alcune delle sue opere. Tra queste la mia preferita è Excalibur (2016), una scultura in cui il kalasnikov prende il posto della spada in una geniale rivisitazione della spada nella roccia.

Nel 2010 Jago venne invitato da Vittorio Sgarbi ad esporre alla Biennale di Venezia un busto in marmo raffigurante Papa Benedetto XVI, dal nome Habemus Papam (2009). Nel 2013 quando Papa Ratzinger abdicò e Jago decise di spogliare la scultura dagli abiti liturgici, attribuendo alla statua un nuovo nome, Habemus Hominem (2016). Osservarla oggi, a quasi un mese dalla scomparsa di Papa Benedetto XVI, è particolarmente toccante.

Tra le sculture più celebri di Jago vi sono la scultura del Figlio Velato (2019) e la Pietà (2021). La prima è ispirata al Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino, considerata una delle opere più suggestive al mondo. La Pietà (2021) è invece ispirata ad una fotografia del fotoreporter Manu Brabo che cattura il momento drammatico in cui un padre piange la morte del figlio durante la guerra in Siria. Ciò che più mi ha colpita di queste opere è la profondità dei dettagli, che le fa diventare quasi animate a tal punto da trasportarti in un’altra dimensione.

Vi lascio con le foto di altre opere esposte.

Erica Dattola

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