Un posto unico si nasconde tra le strade del quartiere Veronetta, proprio a due passi dal centro storico di Verona. Sto parlando del Giardino Giusti, un’area verde con fontane, piccole grotte e punti panoramici sulla città, che accoglie un elegante palazzo, Palazzo Giusti. Un posto perfetto dove perdersi tra i labirinti e trascorrere due o tre ore passeggiando all’ombra dei bossi e dei cipressi.
Un po’ di storia
In passato, questo posto era un’area utilizzata per la tintura della lana, fonte di ricchezza della città. Nel 1400 la famiglia Giusti acquistò questa terra e per due secoli utilizzò i suoi spazi per far bollire i calderoni in cui veniva trattata la lana e per stendere ad asciugare i panni.
Nel XV secolo l’area fu trasformata nell’oasi verde che è tutt’oggi e che andremo a scoprire insieme nel corso di questo articolo.
Fin dal XVIII, con il diffondersi in Europa del “Grand Tour”, il Giardino Giusti fu tappa obbligata di grandi viaggiatori. Furono tanti i poeti, gli artisti e i re, che percorsero i suoi sentieri, tra questi Mozart, Goethe, l’imperatore Giuseppe II, il Re Carlo Felice di Sardegna e lo Zar Alessandro di Russia.
Il giardino
Già dall’ingresso del giardino è possibile notare la sua eleganza: si entra da una porta che attraversa delle mura con merli a coda di rondine dalle quali si intravedono grandi alberi. Non appena entrati ci si ritrova davanti alle diverse aree verdi in cui è diviso il giardino (in gergo “quadrati all’italiana”). Ogni area è dominata da aiuole e statue mitologiche, che ritraggono Diana, Venere, Atlante, Apollo e Adone.
Il sentiero principale, che conduce alla parte superiore del giardino, è delineato da altre aree verdi, tra cui un labirinto, disegnato da Luigi Trezza nel 1786.
Salendo le gradinate si arriva davanti a una grotta: non è possibile entrarvi ma la si può ammirare dall’esterno. La parete di fondo al suo interno era un tempo rivestita di specchi mentre le pareti laterali erano decorate da affreschi. Sulla volta è invece ancora possibile notare i resti delle decorazioni fatte di conchiglie e coralli.
Accanto a questa grotta vi è una grotta-cappella, che risale al 1591: al suo interno è rimasto solo parte dell’altare.
Camminando sulla destra si arriva poi a un padiglione, costruito con colonne di recupero trecentesche. È d’obbligo fermarsi qui per scattare qualche foto e ammirare la vista su Verona.
Da una piccola torre, situata tra le due grotte, è possibile salire, percorrendo una scala a chiocciola, nella parte superiore del giardino. Proprio qui si trova il mascherone-belvedere, così si chiama il balconcino situato al centro del giardino e dal quale è possibile avere una visuale ancora più completa sul centro storico di Verona. Questo balcone ha una particolarità che si può notare soltanto guardandolo dalla parte inferiore del giardino: sulla sua facciata infatti è scolpita una maschera con la bocca aperta, poiché predisposta per emettere lingue di fuoco e fumo.
Palazzo Giusti
Palazzo Giusti è suddiviso in due grandi appartamenti e un salone centrale, la Sala del Camino, che dà l’accesso alle due ale del palazzo. Nell’ala ovest si trova un piccolo salottino, il Salotto Rosso, sulle cui pareti è possibile visionare antiche fotografie raffiguranti i membri della famiglia Giusti e poesie autografate da Gabriele D’Annunzio. Dal salottino si accede alla Sala dell’Aurora, ritenuta la sala più importante dell’appartamento poiché decorata nel 1766 con affreschi di Francesco Lorenzi, allievo di Gianbattista Tiepolo, uno dei maggiori pittori del ‘700 veneziano. Ciò che colpisce di più è l’affresco sul soffitto “Il Trionfo di Aurora“, che dà alla stanza un aspetto contemplativo.
Vicina alla Sala dell’Aurora si trova la Sala da Pranzo, le cui pareti sono decorate con dipinti di panorami di Verona del pittore Orazio Pigato, originario di Reggio Calabria.
Nell’ala est sono collocate invece la Sala delle Pietre, il Salotto dei Cavalli e la Camera da Letto. La Sala delle pietre ha l’aspetto di una sala museale in quanto accoglie antichi ritrovamenti in pietra. Il Salotto dei Cavalli è sicuramente la stanza più bizzarra di Palazzo Giusti: deve il suo nome al fatto che ogni oggetto di mobilio ha la forma di un ferro di cavallo, ma non ne è chiaro il motivo.
Sulla sinistra si accede alla Camera da Letto, con il letto a baldacchino e una toeletta antica. Sul soffitto della camera è affrescata l’allegoria del Trionfo del Tempo e della Verità di Francesco Lorenzi.
Nel palazzo si trova anche una grande Sala da ballo dove la famiglia Giusti organizzava feste, come è possibile vedere dalla foto in bianco e nero qui giù, appesa nel Salotto Rosso.
E voi conoscevate questo posto? Se la risposta è no, non vi resta che scoprirlo!